Medea è una delle mie figure mitologiche greche preferite, è una donna molto forte, un personaggio complesso.
Figlia di reali, nipote di Circe, ha dei poteri magici che utilizza per aiutare il marito Giasone a recuperare il vello d’oro, durante le Argonautiche.
La tragedia di Euripide, Medea appunto, inizia che i due sono già sposati e hanno messo su casa a Corinto; tuttavia Medea si innamora di Giasone ben prima, quando lui sta andando in giro sulla sua nave Argo (da cui il nome dell’avventura di cui è protagonista, Argonautiche) e lei fa i salti mortali per farlo riuscire in un’impresa eroica che altrimenti non se la sognava neanche in cartolina.
Le donne a volte fanno così, la spalla del proprio principe azzurro, che vedono come eroe, bello e dannato, di cui fanno avverare i desideri senza neanche rendersi conto della loro forza, mentre a lui – l’eroe – senza l’aiuto sarebbe toccato il ruolo di comparsa.
Giasone doveva avere il trono di Jolco, in Tessaglia, ma lo zio Pelia (suo zio) gli mette una condizione per lasciargli il posto: solo se Giasone gli avesse portato il vello d’oro – missione suicida. L’eroe raccoglie i migliori valorosi e la maxi imbarcazione (Argonauti e Argo), parte, ma è grazie agli sforzi di Medea che riesce nell’impresa.
Medea ne esce male: sacrifica il fratellino per amore di Giasone e della sua impresa – Giasone che, dico, io avrebbe potuto far la voce grossa con zio Pelia se fosse stato tanto valoroso no?
Poi convince le nipoti acquisite (figlie di Pelia) a intossicare i parenti, con un pharmakon preparato da lei; insomma fa vincere Giasone però a che prezzo!, la storia la dannerà per sempre, bollandola come “strega”, “straniera” (a Corinto, in effetti, dove si stabilisce con lui lei non è di casa), “pazza” (perché sbrocca male in quanto una volta a Corinto e fatto due figli con Giasone lui si vuole sistemare poi con la figlia del re locale).
Medea è barbarica nella tragedia di Euripide, sia per contrapposizione a Giasone, maschio alfa greco, sia perché uccide i figli suoi e di Giasone per dolore e vendetta. Per la cronaca fa fuori anche Creusa, futura seconda moglie del marito.
Medea è una donna su cui scaricare le colpe – a livello narrativo – screditandone così gli sforzi, come accade anche ad Arianna che aiuta Teseo e per ricompensa viene piantata in Nasso. Medea mi fa compassione, mi dispiace per la sua sorte, tragica appunto. Medea mi piace perché è un personaggio moderno in quanto non piatto, a tutto tondo, che vive il dramma, ama, odia, esplode di forza e non si risparmia mai.
Ci si può immedesimare nelle sue sofferenze, negli azzardi, nel dolore e la si può biasimare, come ci biasimiamo noi stessə in certe situazioni complicate.
Medea è come Maleficent dopo i remake di Disney, ma migliaia di anni prima.
Medea, come Pentesilea e Pandora, porta sulle spalle i mali del mondo e no, non è un caso che il ruolo di capro espiatorio sia stato consegnato proprio ad una donna – e più di una volta nella mitologia greco romana. Cambiano le epoche e i costumi, ma la voce di regia non cambia mai.
Libro: https://www.ibs.it/medea-testo-greco-a-fronte-libro-euripide/e/9788807901768
Foto credit: (dettaglio di) Frederick Sandys, Medea 1868