Ho sempre amato camminare a piedi nudi. Da piccolina ricordo i rimproveri e le grida di mia madre che mi ripeteva sempre di mettere scarpe o ciabatte o qualsiasi cosa purché proteggessi i miei piedi. Ma i miei piedi erano protetti dal contatto con la terra, col
pavimento, con la sabbia, con il mare, con gli scogli taglienti.
Quel mio camminare storto e scomposto ma fiero e tanto dignitoso sopportava il leggero fastidio dei sassolini sotto le piante, della sensazione incerta che dà la ghiaia; mi pareva quasi un piacere sentire le rugosità della terra, perché il contatto stesso tra me ed il terreno era pura vita!
Poi, non ricordo esattamente quando, ho perso l’abitudine di camminare a piedi nudi e ho cominciato a percorrere strade e strade con scarpe diverse, più o meno comode ma che ad ogni tappa del cammino erano comunque la prima cosa di cui mi liberavo per sentire che esistevo: esistevo davvero radicata alla vita attraverso i miei piedi nudi.
Tutto scorre, il tempo, la vita, e dopo cinque anni di scarpe ai piedi ho sentito di nuovo la sensazione dei piedi nudi. In verità ho sentito la sensazione di trovarmi proprio senza piedi, come se la persona che se n’era andata lontano da me l’avesse fatto portandosi via non solo le mie scarpe ma pure i miei stessi piedi – almeno così ho creduto all’inizio.
Ricordo uno dei primi incubi dopo l’abbandono: scalza, in piedi, al centro della sala della mia casa – che era stata la nostra casa – il pavimento si accartocciava fino a che mi ritrovavo in equilibrio, sorretta dalle dita di un solo piede. Al risveglio ho sentito forte l’esigenza di riappropriarmi della mia terra, del mio tempo, del mio spazio. Delle mie scarpe.
il presente non è un potenziale passato; è il momento della scelta e dell’azione
Simone de Beauvoir – Le Deuxième Sexe, 1949
La consapevolezza mi ha permesso di compiere la mia virata (come l’ha definita una cara amica) alla ricerca di me, dei miei sogni, dei desideri e di chi sono: non siamo solo relazioni, siamo molto di più. Una rottura non è niente rispetto all’intero rinnovato; la vita si può sempre riparare!
Oggi, indosso ancora scarpe più o meno comode per vivere il quotidiano, ma ho ben presente la forza dei miei piedi che scalpitano al loro interno per ritrovare la libertà di essere semplicemente chi sono e correre a scoprire come voglio crescere.
Oggi, dopo quasi un anno da quella fine che mi portava via scarpe e piedi dai miei piedi, vedo e sento con più lucidità: ho i miei piedi nudi sempre attaccati alle gambe e scarpe nuove comprate da me, perché mi sembrano comode e me le indosserò alla prima occasione. Mi sento pronta, sono pronta, le scarpe che mi sono state sottratte non avevano davvero dentro i miei piedi, in quelle scarpe c’erano tante ansie e paure (oltre ai miei piedi). Via le vecchie scarpe = via le vecchie e limitanti credenze, via le zavorre.
Oggi sono una donna più indipendente, capace di stare nella solitudine, attenta alle sue proprie emozioni, da cui lasciarsi attraversare, invadere come un fiume. Sono consapevole (anche se non ancora del tutto né pienamente) dei miei piedi nudi e di tutte le mie paia di scarpe: sono io che scelgo quali indossare !
👠🥿🩴👟🩰⛸️
Foto credit: Osvaldo Castillo on Pexels